La guerra di Pietro. Storie di storia (Parte I)


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Cronologia minutaggio della videoconferenza

Videoconferenza n. 21 / 11 ottobre 2022


La guerra di Pietro. Storie di storia

ABSTRACT

Quando mi è stato chiesto di scrivere di qualunque cosa avessi voluto, mi sono ricordata di quando, ancora bambina, andavo con i miei genitori al cimitero a salutare i nostri morticini e guardavo sgomenta delle croci divelte e coperte d’erbacce in un angolo nascosto del camposanto della mia città. “Sono tombe di ragazzi morti in guerra, ma non si sa chi siano” mi spiegava paziente il mio papà, ed io rubavo un fiore alla nonna che non ho mai conosciuto e che ero certa non si sarebbe arrabbiata, e lo portavo ad uno di quei ragazzi. Ho sempre saputo che un giorno avrei scritto di loro, avrei regalato loro un nome, un papà ed una mamma. Sapevo che un giorno avrei inventato per ciascuno di loro un’innamorata che li avrebbe aspettati, qualcuno che per loro avrebbe versato una lacrima, che avrebbe sempre guardato il cielo per scorgere i loro lineamenti. Ed insieme a loro avrei scritto del mio nonno materno, Pietro, uomo dal cuore grande, nonno dolcissimo, emblema per me dell’amore tra gli uomini. Sapevo che aveva “fatto la guerra” in Russia, ma non aveva voluto raccontarmi nulla: “La guerra è una cosa brutta. Non c’è niente da raccontare”. Lui voleva dimenticare, io voglio ricordare. Io voglio ricordare e raccontare: perché glielo devo, glielo dobbiamo! perché dovremmo ricordarci di loro, imparare i loro nomi, le loro storie; perché dimenticarli è ucciderli ancora una volta, per la seconda o la terza volta. Non sono uno storico: io racconto Storie di Storia e vi racconterò le storie de La Guerra di Pietro relative al fronte russo nel quale furono inviati, a partire dal luglio 1941, migliaia e migliaia di nostri soldati e dal quale più di 90.000 di loro non tornarono mai più. Mio nonno Pietro fu uno dei fortunati: ricevette la sua prima ed unica licenza dopo 5 anni di servizio militare proprio un mese prima che la sua Divisione, la Torino, venisse sterminata. Si salvò così. La Guerra di Pietro, così simile a quel Piero di De André, quel Piero che non volle sparare a chi aveva il suo stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore. Pietro come il Piero di De André che è tutti i soldati del mondo; Piero come quei ragazzi a cui il vento sputò in faccia la neve per lunghi interminabili giorni, settimane, mesi ed infine anni. Quel Piero che dorme sepolto in un campo di grano, che non ha rose né tulipani a vegliarlo, ma che soprattutto non ha le lacrime di chi lo aspettava a consolarlo. Come le centinaia di migliaia di Piero fattisi tutt’uno con le montagne di Grecia ed Albania, divenuti sabbia del deserto, attorcigliatosi per sempre al filo spinato dei campi di lavoro tedeschi. Ai 90.000 Piero vegliati dai girasoli e dalla neve della gelida Steppa il mio intervento. A loro, ai loro padri e fratelli e nonni, ma anche e soprattutto alle loro donne, quelle che li attesero e quelle che li accudirono. Ed ancora a quelle donne che, amandoli, avevano regalato a quei soldati un po’ d’amore e la speranza che ci fosse ancora vita, un amore effimero e magico e reale e infinito, un amore dolcissimo che si consumava in pochi istanti, poche ore che si facevano eternità.

CURRICULUM VITAE

Siriana Giannone Malavita, classe 1983, nata e cresciuta a Modica, ridente cittadina siciliana.

Ha conseguito la laurea triennale in Lettere e Filosofia con una tesi di storia dell’età dell’Illuminismo presso l’Università di Catania e, sempre nello stesso ateneo, la laurea specialistica in Filologia moderna con un’appassionante tesi di storia della lingua italiana.

Da qualche anno insegna Lettere nella scuola secondaria di I e II grado rapportandosi spesso con contesti delicati, complessi, carichi di sogni e di storie da raccontare, le “sue storie“.

Nel settembre 2020 ha unito, con coraggio, l’amore per la grande storia ed il profondo rispetto per le piccole storie, quelle destinate a non essere raccontate nei libri, quelle che verranno dimenticate insieme ai protagonisti.

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Cronologia minutaggio della videoconferenza

  • 00:00 – Riccardo Bulgarelli introduce il 21° incontro dei Fronte del Don e presenta alcune riflessioni sulla. mission del progetto di “conoscere, ricordare e raccontare”.
  • 05:25 – Mauro Depetroni presenta la relatrice e introduce il tema della conferenza.
  • 11:36 – Inizio dell’intervento di Siriana Giannone Malavita: “La storia di Pietro”.
  • 16:02 – Elger e Riccardo Bulgarelli: “Le due Italie e il mondo senza tempo”.
  • 27:22 – Antonio Rebaudengo e Claudio Rigano: “Dormi Antonio, ché la porta è chiusa”.
  • 32:54 – Servilio Menichelli e Annalisa Lucini: “Servilio e Nzuliddu alla guerra”.
  • 38:27 – Salvatore Martignani e Mauro Depetroni: “Storia di una lettera mai arrivata”.
  • 45:55 – Arturo Botto ed Osvaldo Bardelli: “Il posto delle fragole”: 9).
  • 55:16 – Edoardo, Giuseppe ed Attilio Albertoni: “Sopporta, cuore mio!”.
  • 1:08:52 – Giovanni e Gina Gugliotta: “Lettera di un papà disperso in Russia”.
  • 1:17:42 – Siriana Giannone conclude il suo intervento e ringrazia.
  • 1:18:20 – Riccardo Bulgarelli ringrazia e passa la parola.
  • 1:19:49 – Mauro Depetroni presenta le conclusioni e ringrazia la relatrice Siriana Giannone.
  • 1:21:43 – Raffaello Pannacci apre il dibattito e gestisce gli interventi degli ascoltatori:
  • 2:17:20 – Chiusura dell’incontro da parte di Riccardo Bulgarelli.
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